Carnevale in Italia
La festa del Carnevale vanta origini antichissime, che sembrano risalire addirittura ai Saturnali della Roma antica e alle feste dionisiache del periodo classico greco. La tradizione di vestire i panni di qualcun altro, l’illusione di poter abbandonare, insieme a convenzioni e inibizioni, la propria identità per assumerne una fittizia rendeva infatti irriconoscibili il ricco e il povero, e faceva in qualche modo scomparire le differenze sociali. Lo spirito della festa, del resto, era proprio quello di livellare l’ordine delle cose, ribaltare la realtà con la fantasia, essere ciò che non si è.
Il nome
L’origine del termine Carnevale pare derivare dal latino carnem levare, quindi “eliminare la carne”. La tradizione cristiana, infatti, imponeva il digiuno quaresimale, durante il quale non era permesso mangiare la carne. Il suo nome ricorda quindi ancora il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di festa (il martedì grasso), che precedeva la Quaresima.
Quando si festeggia?
Il carnevale non ha una data fissa, ma dipende, come altre festività cattoliche, dalla data della Pasqua.
Non uno, ma tanti carnevali
Ogni regione in Italia, da nord a sud, festeggia a suo modo e con diverse folli abitudini il Carnevale, spesso anche con tradizioni secolari, che risalgono a costumi medievali o anteriori. Scopriamo quali sono i più noti e suggestivi in Italia.
Il Carnevale di Venezia
Il più conosciuto a livello internazionale, il Carnevale di Venezia evoca i colori sgargianti e le movenze buffe delle maschere della tradizione italiana, la consistenza dei tessuti pregiati che vestono dame in abiti settecenteschi, il profumo inebriante di frittelle, galani e vin brûlé che si respira in ogni angolo della città. Festeggiare il Carnevale a Venezia permette di vivere un sogno in un luogo che già di per sé incarna un sogno: in questa occasione il travestimento, l’entrare nei panni sontuosi di altri, diventa qualcosa di unico e irripetibile, in particolare nei balli in maschera ospitati nei palazzi veneziani.
Tra i momenti clou del Carnevale veneziano c’è la Festa delle Marie, in cui dodici giovani ragazze, tra le quali viene eletta la più bella, sfilano per la città in ricordo del rapimento e della liberazione di dodici promesse spose ai tempi del doge Pietro Candiano III, nel 1039. Tradizionalmente, i festeggiamenti del Carnevale veneziano vengono ufficialmente aperti dal volo dell’Angelo del Carnevale in Piazza San Marco, quando la vincitrice della Festa delle Marie dell’anno precedente, assicurata a un cavo metallico, scende dal campanile di San Marco scorrendo lentamente verso terra, sospesa nel vuoto, acclamata dalla folla in festa.
Il Carnevale ladino
In Val di Fassa, in provincia di Trento, si festeggia il Carnevale ladino, una ricorrenza dalle origini antiche durante la quale si respira ancora la magia della tradizione dei riti stagionali dolomitici. I festeggiamenti iniziano il giorno di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, quando la valle si accende dei colori dei nastri del Bufon, del Laché e delle Facères, le maschere guida del Carnevale ladino, realizzate in legno dagli artigiani della zona. Il Laché, ambasciatore dai modi aggraziati e gentili, apre il corteo, mentre i Marascòns agitano i campanacci in bronzo annunciando il loro arrivo. Il Bufòn, protagonista del Carnevale, interpreta il “folle” con il suo cappello a cono e un grande naso, da cui pende una bottiglietta o una fiaschetta di vino. Le Mascherèdes si inseguono durante il giorno lungo le strade del paese in un rumoroso corteo, mentre con il favore delle tenebre può capitare di avvistare gli inquietanti Lonc, figure spettrali issate su pertiche e coperte da un lungo lenzuolo bianco.
Il Carnevale di Viareggio
A Viareggio i protagonisti indiscussi del Carnevale sono i giganteschi carri allegorici di cartapesta. Durante tutto l’anno maestri e artigiani specializzati riproducono personaggi famosi e politici rivisitati in chiave satirica e provocatoria, che sfilano nel mese del Carnevale per le strade e le piazze della città tra musica dal vivo, balli, stand culinari, in cui è possibile degustare i prelibati piatti tipici della cucina viareggina.
Il Carnevale di Mamoiada
Protagonisti del Carnevale di Mamoiada, in Barbagia, sono i Mamuthones e gli Issohadores, che animano la tradizionale sfilata del martedì grasso, una processione solenne che rievoca rituali antichissimi. I Mamuthones – che indossano abiti scuri, pellicce di pecora nera, campanelli al collo, una maschera in legno e grandi campanacci dorati, posizionati sulla schiena – camminano lenti e curvi su due file parallele, mentre gli Issohadores, sul viso maschere bianche e addosso corpetti rossi, pantaloni bianchi e un copricapo nero, restano ai lati e guidano i Mamuthones, gettando il laccio per sequestrare le giovani donne, in una sorta di rituale propiziatorio della fertilità.
Il Carnevale vero e proprio inizia ogni anno il 16 gennaio e si apre con l’accensione di un fuoco sacro fuori dalla chiesa principale del paese: da questo fuoco principale vengono accesi i tizzoni che servono ad accendere i falò nei vari rioni di Mamoiada, intorno ai quali si balla e ci si diverte per due notti intere.
Il Carnevale di Ivrea
A Ivrea il Carnevale ha il profumo e il colore delle arance. Sì, perché in questo periodo è tradizione rievocare una ribellione popolare alla tirannia medievale con la nota battaglia delle arance. Una vera e propria lotta a colpi di arance che per tre giorni, nelle principali piazze cittadine, vede il popolo, rappresentato dagli aranceri a piedi senza alcuna protezione, combattere contro le armate del Feudatario, rappresentate da tiratori su carri trainati da cavalli, che indossano protezioni e maschere che si rifanno alle antiche armature medievali. Il Carnevale di Ivrea culmina poi con il corteo storico, la cui protagonista è la Vezzosa Mugnaia, simbolo di libertà ed eroina della festa sin dalla sua apparizione nel 1858.
Il Carnevale ambrosiano
Il Carnevale di Milano non si differenzia dagli altri per i festeggiamenti organizzati in città, quanto per il suo termine. Mentre, infatti, nel resto d’Italia il martedì grasso chiude il periodo di festa carnevalesca, nel capoluogo meneghino, e in alcune province di Milano, Monza, Lecco, Varese e una parte della provincia di Como e Bergamo, prosegue fino al sabato successivo, denominato, quindi, sabato grasso.
Tradizione vuole che Sant’Ambrogio, oggi patrono di Milano, tornato in ritardo in patria, chiese di dare inizio ai festeggiamenti del Carnevale solo dopo il suo ritorno, ovvero il martedì grasso. Per questo motivo il Carnevale ambrosiano prosegue anche dopo il mercoledì delle ceneri, il giorno che dà tradizionalmente inizio alla Quaresima.
Il Carnevale di Acireale
Il Carnevale di Acireale è considerato il più bello di tutta la Sicilia e vede, fino al martedì grasso, sfilate di carri allegorico-grotteschi in cartapesta, lavorati e decorati nei minimi dettagli, e di carri infiorati, con soggetti creati interamente con fiori veri e dotati di movimenti meccanici e luci. In questi giganteschi carri le maschere tradizionali di Acireale (l’Abbatazzu, Domini e Baruni), che nel corso dei secoli hanno ironizzato su clero e nobiltà, si alternano a personaggi ed eventi legati all’attualità e alla cronaca del paese.
Valentina Pinton