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Sviluppo e tecnologia

Intervista a Francesco di Bari

Francesco di Bari ha lavorato come direttore generale e finanziario presso numerose industrie, società e start up che operano nel settore tecnologico. Si occupa di individuare tecnologie emergenti e soluzioni digitali all’avanguardia, trasformandole in proposte di valore. Attraverso il suo intervento, idee e innovazioni con un potenziale non adeguatamente sfruttato trovano una concreta attuazione. Il Dott. Di Bari, infatti, si occupa sia di reperire fondi per finanziare start-up che di riorganizzare società che si trovano in situazioni di grave rischio finanziario.

Una prima domanda più ingenua, forse, riguarda proprio la base del suo lavoro. Come intuisce il potenziale di una scoperta o di una tecnologia innovativa?

Parto dal principio che solo le società che sono profittevoli possono sopravvivere e prosperare. E per esserlo devono proporre qualcosa che risolva un problema (meno tempo o costi minori). Per fare un esempio noto a tutti, alcuni anni fa sognavamo di poter acquistare un prodotto ma non sapevamo dove reperirlo. Amazon ha risolto quel “fastidio”. Io mi chiedo sempre quali “fastidi” o problemi un prodotto puó risolvere o rimuovere. Se i numeri stanno in piedi passo all’azione.

Quali elementi vengono presi maggiormente in considerazione per ottenere un finanziamento?

Sembra strano ma la cosa piú importante non è l’idea, che comunque deve stare in piedi e funzionare economicamente. Sono le persone che devono realizzare l’idea ciò che fa la differenza tra il ricevere un finanziamento o no. Sono cose ovvie ma le scrivono o dicono in pochi. Basta chiedersi dove si vuol lavorare: una società nota con un pessimo management o una società con un ottimo management e impiegati ma che per ora non va come potrebbe? Per me la risposta è chiarissima. Dal punto di vista degli investitori, questi preferiscono sapere che affidano i propri soldi a team efficaci e competenti.

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Uno degli obiettivi più importanti per il nostro futuro è la riduzione dell’impatto ambientale delle aziende e dei mezzi di trasporto. Il raggiungimento della neutralità climatica passa obbligatoriamente attraverso fonti energetiche rinnovabili. Recentemente Lei si è occupato  del progetto di Electrochaea, una tecnologia di biometanizzazione che converte l’elettricità rinnovabile e l’anidride carbonica biogenica in biometano, calore ed acqua. Come è nata questa idea? 

Electrochaea nasce dall’osservazione degli archaea, microrganismi estremofili affini ai batteri presenti in natura. La loro peculiare capacità di vivere negli ambienti più estremi della Terra, come i geysers ed i vulcani, li ha resi oggetto di studio da parte della NASA, che cercava la vita lì dove non si pensava che potesse esistere. Il biocatalizzatore di Electrochaea, in particolare, funziona sulla base di un ceppo di archaea metanogeno evoluto selettivamente. La sua applicazione industriale è stata brevettata dall’Università di Chicago.

Quali vantaggi offre questa tecnologia? 

Si tratta di una tecnologia che converte l’energia rinnovabile (che oggi viene quasi completamente buttata - solo il 20% finisce in rete) in idrogeno. Poiché l’idrogeno non si presta ad essere compresso e trasportato se non a costi proibitivi, lo si lascia combinare dalle Archaea in metano attraverso l’uso di anidride carbonica biogenica (quella che è contenuta nel biogas dei rifiuti organici agricoli o umani). Le archaea trasformano idrogeno e CO2 in metano calore e acqua. Se si pensa all’energia usata per produrre l’idrogeno all’inizio di questo processo, si puó considerare questa tecnologia come una tecnologia atta a conservare l’elettricità per lunghi periodi. In sostanza la rete gas diventa una batteria. In tutto il mondo si stanno facendo grandi sforzi per aumentare la quota di energia rinnovabile rispetto alla produzione totale di energia. L’obiettivo è quello di mitigare il cambiamento climatico e aumentare l'indipendenza energetica, ma le due forme di energia rinnovabile più utilizzate, quella eolica e quella solare, producono elettricità in modo intermittente e per indipendente rispetto alla domanda. La trasformazione in gas, invece, consente lo stoccaggio dell’energia, che non viene dispersa e può essere utilizzata successivamente. Con questo sistema, inoltre, si riesce a sostituire il gas fossile con il gas naturale rinnovabile. Poiché l'anidride carbonica viene utilizzata come materia prima nel processo, il biometano rinnovabile può ridurre le emissioni di gas serra fino al 50%. La rete gas diventa cosí la piú grande batteria del pianeta.

In quali settori può essere applicata?

Una volta entrato nella rete di trasmissione, il gas naturale rinnovabile può essere immagazzinato o trasmesso su lunghe distanze utilizzando i gasdotti esistenti. Trattandosi di un gas, questo può essere utilizzato nel settore dei trasporti, o per generare energia per le utenze commerciali, residenziali o industriali, riducendo l'impronta di carbonio. 

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La pandemia di COVID19 ha tristemente portato alla ribalta le tematiche della capacità ospedaliera e della degenza in terapia intensiva. Lei si è occupato di Reactive Robotics, un sistema robotico che consente la mobilizzazione dei pazienti in terapia intensiva. Quali vantaggi possono trarre gli ospedali dall’applicazione di questa tecnologia?

Una delle terapie piú usate per ridurre i tempi di recupero dei pazienti  in terapia intensiva è la mobilizzazione precoce (in inglese  Very Early Mobilization). Tale mobilizzazione viene fatta attualmente dal personale medico e dai fisioterapisti (in genere 3 o 4 persone). Il robot consente di verticalizzare il paziente nel suo stesso letto e gli permette di muovere le gambe in maniera assistita. Il non dover trasferire i degenti su dispositivi separati consente di risparmiare tempo e fatica fisica per il personale e il paziente. Usando il robot, si “libera tempo” per medici ed infermieri. Per la struttura sanitaria questo rappresenta un vantaggio anche in termini economici e di efficienza. La mobilizzazione precoce in terapia intensiva è però fondamentale soprattutto per il paziente. In questo modo infatti si prevengono gli effetti negativi dell'immobilità, come le piaghe da decubito, e si consente una ripresa in tempi più rapidi. 

Link utili:

https://www.electrochaea.com/technology/

https://www.reactive-robotics.com/

https://www.biogaschannel.com/de/redner/745/francesco-di-bari/

 

Sara Sparagna