Download illegali (anche da parte dei figli minorenni): chi paga?
Oramai è sufficiente un click per scaricare interi film e centinaia di canzoni – anche illegalmente – su internet. E proprio questo è il problema di migliaia di famiglie in Germania, che negli scorsi anni hanno ricevuto posta da avvocati specializzati nelle richieste di risarcimenti per le grandi aziende del business d’intrattenimento (ted.: Abmahnungen und Entschädigung). Per un intero album scaricato illegalmente, le richieste degli avvocati arrivano anche a superare i 3 mila euro. Spesso, però, a scaricare questi file illegalmente sono i ragazzi. Che fare?
In una sentenza del 2012 la Corte federale civile ha deciso che i genitori non sempre sono responsabili di ciò che fanno i figli minorenni quando viaggiano in rete. Nel caso in questione un tredicenne aveva scaricato musica illegalmente e, in seguito, aveva messo a disposizione della rete le canzoni piratate (filesharing). Siccome i genitori avevano dato al proprio figlio istruzioni relative all’uso della rete, avvisandolo di non poter scaricare musica illegalmente, non potevano essere citati in causa da parte del titolare del copyright. Ma attenzione: secondo un’altra sentenza della Corte federale, i genitori sono obbligati a indicare il nominativo del figlio che ha scaricato il file oppure la canzone illegalmente, altrimenti l’azienda può chiedere il risarcimento dei danni dai genitori.
Diverso il discorso se a scaricare i file illegalmente sono gli adulti. Qui c’è poco da fare. L’unico modo per uscirne è patteggiare, oppure, se a scaricare il file è stato qualcun altro, difendersi. Come procedere in questi casi? Innanzitutto bisogna rispondere e non far finta di nulla. In molti casi gli studi legali sono disposti a trattare e ridurre la somma che viene richiesta oppure offrono la possibilità di pagare in rate. Se ovviamente il download non è avvenuto, bisogna rispondere che non si è disposti a versare la som-ma. Altrimenti, prima o poi, arriverà una lettera da parte della pretura (ted.: Amtsgericht), in quanto l’azienda ha provveduto ad agire in giudizio e fatto avviare un procedimento di ingiunzione (ted.: Mahnverfahren). In questi casi bisogna agire in fretta (entro due settimane) e rivolgersi a un legale. Il procedimento di ingiunzione, infatti, se non si impugna, finisce per trasformarsi in un decreto di procedura esecutiva (ted.: Vollstreckungsbescheid), che costituisce un titolo – per l’appunto – esecutivo.
Alessandro Bellardita, giudice
Per questi e altri problemi giuridici relativi al mondo del lavoro, della famiglia, al sistema sociale e alle istituzioni tedesche, all’automobile e la patente, potete scrivere al giudice Alessandro Bellardita all'indirizzo email info@no-spam.italia-qui.no-spam.com. La risposta verrà pubblicata nella rubrica 1000 battute di diritto.